venerdì 29 febbraio 2008

Si degenera

Non solo rompe continuamente le scatole entrando in ufficio, lasciando la porta aperta e ordinando di fare qualcosa, l'apice è stato toccato oggi con la richiesta di "fare le pulizie e tenere in ordine l'ufficio" riferita alla sottoscritta.
Non solo devo farle da segretaria, adesso anche da donna delle pulizie? Se suo figlio non fosse già grande probabilmente mi chiederebbe anche di fare la babysitter!
La decisione presa qualche settimana fa mi sembra sempre più sbagliata, mi chiedo davvero chi me lo fa fare!

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Partenza

Forse il sogno di stamattina non è stato del tutto casuale... In effetti si parte fra poco, e quando mi sono connessa alla postazione di lavoro il messaggio di benvenuto è stato:
Attenzione, la tua password verrà disabilitata tra 29 giorni
Ok, anche il pc fa il conto alla rovescia!
Non ho ancora comunicato alla mia capa la data esatta della mia partenza, cerco di farlo il più in là possibile, visto che immagino che sarà presa dall'ansia e comincerà a rompere più di quanto faccia già ora: non abbiamo tempo, fammi vedere quello che hai fatto, fai questo, quello, quest'altro!
Cerchiamo di rimandare le ansie per l'ultimo minuto!

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Sogni

Stanotte ho sognato i miei che venivano a prendermi a sorpresa. Arrivano, mi aiutano a liberare la stanza, mi caricano sul camper e via, ciao Bordeaux. Non riesco a portare mia mamma nei due negozi splendidi di libri usati, non riesco a portarli a cena, non riesco a fare scorta di vino e Lillet per le persone che ho ormai reso Lillet dipendenti. Sogno di mandare messaggi al mio uomo e di riceverli, in realtà il mio telefono sta squillando veramente.
Messaggini "lo sai di Tim" per una presunta chiamata di mia mamma alle 7.34. Preoccupata e addormentata le faccio uno squillo aspettando che mi richiami, ed ecco che la chiamata arriva:
Io: "Proooontooo"
Mamma: "Pronto, cosa c'è?"
Io: "No, cosa c'è tu."
Mamma: "Mi hai fatto uno squillo"
Io: "No, hai chiamato tu"
Mamma: "Sì, perché mi hai fatto lo squillo"
Io: "Ho ricevuto un messaggio di una tua chiamata, ero preoccupata"
Mamma: "Beh, ero preoccupata anche io, ma... no, ho preso il telefono di tuo papà e mi sarò sbagliata. Vado al lavoro."
Io: "Ok, buon lavoro!"

L'essere stordite è di famiglia... E questa chiamata senza senso mi è costata 58 centesimi

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mercoledì 27 febbraio 2008

Pacchia finita parte 2

Per fortuna esiste messenger! Nonostante non si possa parlare "a voce" poiché orecchie indiscrete ascoltano tutto e tutti, la tecnologia ci permette di scrivere male della capa.
Ci si diverte come si può!

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Pacchia finita

Dopo qualche splendido giorno di pace e tranquillità, dopo che nell'ufficio regnava la serenità ed eravamo tutti felici e contenti di lavorare, ecco che improvvisamente una porta si apre e... la capa riappare!
Sorrisino, "Bonjour" e nella testa "&*$%@"
Già, perché ora non si lavorerà più tranquilli ma con continue interruzioni... Cercherò di lavorare da casa.

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martedì 26 febbraio 2008

Will Hunting

Sembra di essere sul set di Will Hunting... ci sono lavagne dappertutto, una perfino in cucina, e qualcuno sta facendo lezione... in cucina!

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lunedì 25 febbraio 2008

Sguardo al futuro

Venerdì sera ero all'inaugurazione dell'appartamento di una ragazza italiana. Non so se l'espressione "inaugurazione di appartamento" sia corretta in italiano, in francese si usa il termine "cremaillere" (la).

Il come io sia arrivata a questa cremaillere è una storia lunga. Daniel, l'ungherese del mio ufficio, ha cominciato da poco a seguire il mio corso di francese, corso che io non frequento più da dicembre causa mancanza di voglia. All'ultima lezione questa nuova italiana ha invitato tutti da lei e il giorno dopo Daniel ha esteso l'invito anche a me, e nonostante non avessi mai visto la tipa in questione mi sono autoinvitata e siamo andati. Per non presentarmi a mani vuote ho portato una bottiglia di Bordeaux bianco e una di aperitivo alla pesca, non so se la scelta sia stata buona visto che le bottiglie non sono state stappate ma non importa.

Venerdì ci siamo ritrovati, quindi, tutti a casa di questa italiana, che fra parentesi avevo già incontrato il 4 gennaio, giorno del mio rientro a Bordeaux, sull'autobus e sul tram dall'aeroporto, eravamo sullo stesso aereo. La saluto, in italiano per cercare di sembrare più "amichevole" e mi presenta le altre persone: 3 tedeschi, un po' di francesi e naturalmente Daniel, l'ungherese. La serata è stata piacevole, mangiato qualche fetta di pizza fatta in casa (erano mesi che non la mangiavo e mi pento di averla assaggiata...), e chiacchierato in... italiano, francese, inglese e tedesco. Sinceramente mi stupisco di me stessa, quando vivevo in germania riuscivo a parlare solo tedesco, e anche quando parlavo italiano facevo degli errori, qui riesco a passare tranquillamente da una lingua all'altra senza problemi (ok, se non mi viene una parola in una lingua magari la dico in un'altra, ma è accettabile, no?). Col francese e l'inglese ok, lo faccio tutti i giorni visto che Daniel non parla francese, ma il tedesco?

Da qui ho pensato che dovrei abbandonare l'idea di fare l'ing. e darmi ad altro: la guida turistica? la cameriera in zone turistiche? l'addetta relazioni estere? Non ho alcuna idea di quello che vorrò fare POI, la cosa mi spaventa perché fra poco dovrò scegliere, però non so proprio che fare, o meglio, sì, qualcosa lo so, però ci sono tante cose che devono andare come dovrebbero. Forse, però, ha ragione la mia capa francese:
Noi ingegneri siamo fortunati, ci basta solo volerlo e possiamo fare gli attori, i giornalisti, i filosofi, ma un attore, un giornalista, un filosofo non possono fare gli ingegneri

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Parigi: nuove foto

Qualche nuova foto di Parigi del mio compagno di viaggio, buona visione

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domenica 24 febbraio 2008

Degustazioni





Sabato mattina assolato e caldo, quasi primaverile. Cosa offre Bordeaux? L'esposizione di opere di cioccolato sul tema "Jules Verne" con degustazione!
Chi poteva cogliere al volo l'occasione e andare a sbaffare cioccolata? Naturalmente le due golosone dell'ufficio, Claire ed io. Appena entrati nella stanza del comune adibita all'esposizione un buon profumino di cioccolato ci riempie le narici... slurp slurp!
Cominciamo ad ammirare le opere, veramente splendide, le foto purtroppo non rendono molto l'idea perché ho dovuto farle col cellulare e non con la vera macchina fotografica.
Mi viene voglia di tornare bambina, perchè ai bambini è permesso imparare a fare le decorazioni con la cioccolata e naturalmente assaggiare tutto! A un certo punto lasciamo da parte la finta timidezza e ci avviciniamo al banchetto della degustazione, dove un vecchietto gentile ci parla delle sue esperienze quando lavorava in aeroporto, di come si scongela il pane, dei personaggi famosi che ha conosciuto e di quanto ha guadagnato e lavorato durante la sua vita. Non ho proprio capito tutto quello che diceva, parlava a macchinetta, però ho usato il mio sguardo da: pendo dalle tue labbra, dimmi tutto quello che vuoi! per poter spiluccare i cioccolatini davanti a lui.
Bella mattinata, soprattutto fruttosa (e cioccolatosa!)

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In vacanza a Parigi

Qualche dritta su alberghi e ristoranti a Parigi.

Albergo
Il nostro hotel era il Timhotel Italie, fermata Corvisart del metrò 6, vicino a place d'Italie e a molte altre linee del metrò. Camera prenotata facilmente on-line, prezzi ragionevoli (50 euro a notte per camera doppia) con colazione esclusa ma la camera era attrezzata di bollitore per l'acqua, bustine di the e caffè solubile (da veri italiani noi avevamo la caffettiera elettrica, altro che caffè solubile) e a due passi c'era una piccola boulangerie, con croissants e pain au chocolat da leccarsi i baffi! L'hotel si trova vicino al quartiere degli artisti, la Butte aux Cailles, molto carino da girare a piedi e dove si possono trovare anche le case dei minatori (così ci ha detto un vecchietto del quartiere mentre cercavamo dove andare). Non siamo proprio sicuri di aver trovato le vere case dei minatori, ma per noi sono queste.

Ristoranti
Cave la Bourgogne, 144, Rue Mouffetard
Ristorantino adatto per cenette a lume di candela, specialità della Borgogna, cibo davvero delizioso. Si trova nella rue Mouffettard, in zona Pantheon, dopo cena è possibile passeggiare per la via e trovare un piccolo localino dove bere qualcosa.

Chez Mamane, 23 Rue Des Cinq Diamants
Ristorante basco, ambiente completamente diverso dalla Cave la Bourgogne ma ugualmente piacevole. Il barista ti inserisce nella "lista di attesa" mentre si libera un tavolo adatto al numero di persone. Cosa significa? Siamo stati messi al tavolo con altre tre persone, un argentino un po' corso e un po' italiano che parlava anche italiano e due ragazze greche. Ambiente accogliente, piatti abbondantissimi e a poco prezzo, una vera delizia!

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giovedì 21 febbraio 2008

Stordita sul metrò parigino

Rieccomi, dopo giorni di silenzio stampa dovuti al viaggio e all'umore che doveva ristabilirsi. Già, perché è difficile tornare alla solita vita dopo 3 giorni bellissimi, io sono fatta così, non riesco a pensare: va beh, mi sono divertita, penso: rieccomi qui alla mia solitaaaaa vitaaaa.

Il viaggio è cominciato venerdì mattina con il suono di 4 sveglie puntate alle 5.30. Quattro, puntate alla stessa ora ma che hanno suonato a distanza di qualche minuto a causa dei fusi orari intrinsechi tra gli orologi (spiegherò prossimamente come parlerò prossimamente del mio rapporto con le sveglie). Avevo paura di non svegliarmi, di non sentirle, di riaddormentarmi e perdere il treno... fatto sta che al primissimo squillo sono scesa dal letto, colazione velocissima e via verso la stazione.

Viaggio tranquillo, il tgv è proprio tutta un'altra cosa rispetto ai treni italiani, i controllori sorridono, ringraziano e sono gentili gentili. Il mio vicino di posto si è guardato l'ultimo film di Harry Potter, ho sbirciato ogni tanto ma nel complesso ho cercato di pisolare un po'.

Arrivata alla Gare de Montparnasse sono stata subito catapultata nella vita parigina: tutti di corsa, che sanno dove andare, e se ti fermi un attimo a pensare sei travolto! Io avevo il mio bigliettino con i nuleri del metrò, le direzioni, i cambi, ma mi sono fatta un po' spingere dalla gente, e nonostante non mi piaccia la troppa folla non riuscivo a togliermi il sorrisino ebete dal viso, quello del: manca poco e lo vedrò, evviva evviva!
Col sorrisino ebete scendo verso il metrò e cerco di procurarmi i biglietti; vista la coda allucinante alle biglietterie "faccio la bionda" e con la mia bella erre da italiana chiedo a un giornalaio se posso comprare da lui i biglietti, naturalmente no, altrimenti perché ci sarebbe la coda? Scelgo allora una file e dopo 5 minuti mi accorgo che è solo per i biglietti del treno, ne scelgo un'altra ed è lentissima, alla terza riesco finalmente nell'impresa di comprare i biglietti, ne timbro uno, passo attraverso le porticine che portano ai corridoi del metro e... tacc... le porte si chiudono e la valigia rimane incastrata!
Partono i porconi, in italiano, naturalmente, perché ho sempre la speranza che non mi capiscano. Non so che fare, la valigia non va nè avanti nè indietro, i controllori non mi degnano di uno sguardo... panico!
Per fortuna una ragazza si intenerisce (o forse capisce l'italiano ed è stufa di sentirmi urlare), timbra il biglietto in modo che le porticine si aprano e la valigia venga liberata. Ringrazio e me ne vado, mi trascino la valigia per interminabili scale e corridoi, salgo sul metrò ed eccomi in un batter d'occhio a Porte Maillot! Gigi è lì che mi aspetta, lo abbraccio, lo saluto e ci dirigiamo verso l'hotel a lasciare le valigie, ma... potevo forse non mostrare la mia vera natura? Un cartello indica un accesso al metrò che sembra più vicino rispetto a quello da dove ero arrivata, seguo la freccia, vedo delle scale che portano nel sottosuolo, scendo (e almeno 4 persone mi seguono) e dove mi trovo? All'ingresso di un negozio! Ritrascino la valigia per le scale e ci dirigiamo verso il solito ingresso.

Se non ricordo male non ci sono state altre scene da stordita, il mio compagno di viaggio può confermare o negare, vedremo. Prometto che aggiungerò prestissimo altri dettagli sul viaggio.

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giovedì 14 febbraio 2008

Silenzio stampa

Mi scuso con tutti i miei lettori per il silenzio stampa di questi giorni, ho avuto tantissime cose da fare e soprattutto il fiato sul collo della capa.

Fortunatamente la sottoscritta è in partenza, e da domani a lunedì si troverà a Parigi per un incontro romanticissimo con il suo Uomo...
Ok, so che non è carino parlare così ma credo di avere delle scusanti:
1 - oggi è San Valentino
2 - la sottoscritta non vede il suo Uomo da un mese e mezzo.
Quindi... bacioni a tutti e buon weekend!

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domenica 10 febbraio 2008

Cose mai fatte

Ieri sera mi sono fatta per la prima volta la French manicure... con risultati non molto soddisfacenti, ma essendo la prima volta potrei considerarmi comunque bravina.

Stamattina, invece, mi sono svegliata presto (alle 8), sono rimasta a letto fino alle 9 e dopo aver fatto colazione mi sono messa tuta e felpina e... sono andata a correre! Ok, più che correre ho camminato, ma la giornata era così bella che non mi andava di starmene in casa. Considerando che non corro da 6 anni, dalle vecchie lezioni di educazione fisica a scuola, mi considero soddisfatta!
Poi sono venuta in ufficio... in tram :) ma dovrò pure sfruttarlo l'abbonamento ai mezzi pubblici, no?

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giovedì 7 febbraio 2008

A proposito di scioperi

Ne ho parlato qualche giorno fa in un post precedente. Nuovo sciopero dei taxi ieri, dopo una settimana del primo: aeroporto di Merignac bloccato, non era più possibile accedervi con mezzi propri, solo una navetta portava dal punto di blocco all'aeroporto vero e proprio. Vedremo i prossimi sviluppi.

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Usanze che non capisco

Certe usanze francesi mi risultano un po' incomprensibili. Prendiamo i bacini, ad esempio: quando si saluta una donna le si danno i bacini sulle guance, in numero variabile da 2 a 4 a seconda delle regioni. Se due uomini si incontrano si stringono la mano. Fino a qui niente di strano.
La cosa strana è che questi gesti si compiono anche in situazioni un po' scomode, esempio tipico in mensa, quando una persona sta portando il suo vassoio carico di piatti e cibo e incontra una persona che conosce; per quanto mi riguarda saluterei, farei un bel sorriso e stop. I francesi no, fanno gli equilibristi per riuscire a tenere il vassoio in posizione stabile, cercano di non sporcarsi i vestiti col cibo e... tac, bacino o stretta di mano.
Se l'incontro poi avviene alla fermata del tram, come mi è capitato di vedere stamattina, la scena si svolge nel seguente modo:
tipa A --> scende dal tram; tipa B --> sale sul tram. La porta di salita e uscita è casualmente la stessa, quindi le due amiche A e B si ritrovano una davanti all'altra, e cosa fanno? "Oh, salut, ça va?" smack smack. E se ne fregano se sono proprio in mezzo alla porta e intralciano il traffico, loro devono darsi i bacini! Per fortuna che qui i bacini di rito sono solo 2 e non 4, altrimenti una sarebbe rimasta bloccata all'interno della porta... forse sarebbe stato più comico!

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mercoledì 6 febbraio 2008

Vita nelle residenze

A parte gli svantaggi (mura di cartone, bagni e docce condivise, suanza piccolissima) qualche vantaggio c'è. La settimana scorsa la prima persona che ho visto appena sveglia è stato un ragazzo che, uscito dalla doccia, si dirigeva verso la sua stanza a petto nudo; nonostante fossi ancora un po' assonnata ho pensato alla famosa pubblicità della Coca-Cola. Ieri sera, invece, un altro ragazzo girava in boxer per il corridoio, non chiedetemi perché. Uno sguardo può sempre scappare, non c'è niente di male...

lunedì 4 febbraio 2008

Pomeriggio interessante

Si prospetta un bel pomeriggio di lavoro interessante: analizzare gli inizi di 42 filmati per prendere dei tempi. Aiuto! Ne ho guardati già 8 e sto già male.

domenica 3 febbraio 2008

Restyling

Segnalo un piccolo rinnovamento nelle pagine Viaggio in Lituania e Chorus Universitatis Brixiae: nuova dimensione delle foto e nuovo layout, a mio parere molto carino!

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venerdì 1 febbraio 2008

Yuppi

Eliane, tu as fait un très bon travail
anche se ho spiegato una formula a voce e con le mani... non molto da ing, o forse sì?
Saranno rimasti colpiti da scollatura, trucco, gonna e tacchi?

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La patria degli scioperi

L'altra sera mi son guardata "Due giorni a Parigi": filmetto con punto di vista americano, pieno di luoghi comuni sui francesi, la maggior parte nauralmente non vera.
L'unico punto che ho trovato vero riguarda gli scioperi; a un certo punto la madre della protagonista dice: "ma povere infermiere, ne dovrebbero fare molti di più di scioperi!"
Il che sottolinea come siano visti gli scioperi qui, in un'accezione piuttosto positiva. La riprova è che solo questa settimana c'è stato uno sciopero dei taxisti e oggi c'è sciopero dei lavoratori della grande distribuzione, quindi supermercati e grandi esercizi commerciali. Ma la gente prende la notizia con tranquillità e serenità perché "i poveri lavoratori devono lottare per i propri diritti". Se ci fosse uno sciopero del genere da noi credo che tutti si ribellerebbero.
Ma qui siamo in Francia, non in Italia

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