lunedì 25 febbraio 2008

Parigi: nuove foto

Qualche nuova foto di Parigi del mio compagno di viaggio, buona visione

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domenica 24 febbraio 2008

In vacanza a Parigi

Qualche dritta su alberghi e ristoranti a Parigi.

Albergo
Il nostro hotel era il Timhotel Italie, fermata Corvisart del metrò 6, vicino a place d'Italie e a molte altre linee del metrò. Camera prenotata facilmente on-line, prezzi ragionevoli (50 euro a notte per camera doppia) con colazione esclusa ma la camera era attrezzata di bollitore per l'acqua, bustine di the e caffè solubile (da veri italiani noi avevamo la caffettiera elettrica, altro che caffè solubile) e a due passi c'era una piccola boulangerie, con croissants e pain au chocolat da leccarsi i baffi! L'hotel si trova vicino al quartiere degli artisti, la Butte aux Cailles, molto carino da girare a piedi e dove si possono trovare anche le case dei minatori (così ci ha detto un vecchietto del quartiere mentre cercavamo dove andare). Non siamo proprio sicuri di aver trovato le vere case dei minatori, ma per noi sono queste.

Ristoranti
Cave la Bourgogne, 144, Rue Mouffetard
Ristorantino adatto per cenette a lume di candela, specialità della Borgogna, cibo davvero delizioso. Si trova nella rue Mouffettard, in zona Pantheon, dopo cena è possibile passeggiare per la via e trovare un piccolo localino dove bere qualcosa.

Chez Mamane, 23 Rue Des Cinq Diamants
Ristorante basco, ambiente completamente diverso dalla Cave la Bourgogne ma ugualmente piacevole. Il barista ti inserisce nella "lista di attesa" mentre si libera un tavolo adatto al numero di persone. Cosa significa? Siamo stati messi al tavolo con altre tre persone, un argentino un po' corso e un po' italiano che parlava anche italiano e due ragazze greche. Ambiente accogliente, piatti abbondantissimi e a poco prezzo, una vera delizia!

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giovedì 21 febbraio 2008

Stordita sul metrò parigino

Rieccomi, dopo giorni di silenzio stampa dovuti al viaggio e all'umore che doveva ristabilirsi. Già, perché è difficile tornare alla solita vita dopo 3 giorni bellissimi, io sono fatta così, non riesco a pensare: va beh, mi sono divertita, penso: rieccomi qui alla mia solitaaaaa vitaaaa.

Il viaggio è cominciato venerdì mattina con il suono di 4 sveglie puntate alle 5.30. Quattro, puntate alla stessa ora ma che hanno suonato a distanza di qualche minuto a causa dei fusi orari intrinsechi tra gli orologi (spiegherò prossimamente come parlerò prossimamente del mio rapporto con le sveglie). Avevo paura di non svegliarmi, di non sentirle, di riaddormentarmi e perdere il treno... fatto sta che al primissimo squillo sono scesa dal letto, colazione velocissima e via verso la stazione.

Viaggio tranquillo, il tgv è proprio tutta un'altra cosa rispetto ai treni italiani, i controllori sorridono, ringraziano e sono gentili gentili. Il mio vicino di posto si è guardato l'ultimo film di Harry Potter, ho sbirciato ogni tanto ma nel complesso ho cercato di pisolare un po'.

Arrivata alla Gare de Montparnasse sono stata subito catapultata nella vita parigina: tutti di corsa, che sanno dove andare, e se ti fermi un attimo a pensare sei travolto! Io avevo il mio bigliettino con i nuleri del metrò, le direzioni, i cambi, ma mi sono fatta un po' spingere dalla gente, e nonostante non mi piaccia la troppa folla non riuscivo a togliermi il sorrisino ebete dal viso, quello del: manca poco e lo vedrò, evviva evviva!
Col sorrisino ebete scendo verso il metrò e cerco di procurarmi i biglietti; vista la coda allucinante alle biglietterie "faccio la bionda" e con la mia bella erre da italiana chiedo a un giornalaio se posso comprare da lui i biglietti, naturalmente no, altrimenti perché ci sarebbe la coda? Scelgo allora una file e dopo 5 minuti mi accorgo che è solo per i biglietti del treno, ne scelgo un'altra ed è lentissima, alla terza riesco finalmente nell'impresa di comprare i biglietti, ne timbro uno, passo attraverso le porticine che portano ai corridoi del metro e... tacc... le porte si chiudono e la valigia rimane incastrata!
Partono i porconi, in italiano, naturalmente, perché ho sempre la speranza che non mi capiscano. Non so che fare, la valigia non va nè avanti nè indietro, i controllori non mi degnano di uno sguardo... panico!
Per fortuna una ragazza si intenerisce (o forse capisce l'italiano ed è stufa di sentirmi urlare), timbra il biglietto in modo che le porticine si aprano e la valigia venga liberata. Ringrazio e me ne vado, mi trascino la valigia per interminabili scale e corridoi, salgo sul metrò ed eccomi in un batter d'occhio a Porte Maillot! Gigi è lì che mi aspetta, lo abbraccio, lo saluto e ci dirigiamo verso l'hotel a lasciare le valigie, ma... potevo forse non mostrare la mia vera natura? Un cartello indica un accesso al metrò che sembra più vicino rispetto a quello da dove ero arrivata, seguo la freccia, vedo delle scale che portano nel sottosuolo, scendo (e almeno 4 persone mi seguono) e dove mi trovo? All'ingresso di un negozio! Ritrascino la valigia per le scale e ci dirigiamo verso il solito ingresso.

Se non ricordo male non ci sono state altre scene da stordita, il mio compagno di viaggio può confermare o negare, vedremo. Prometto che aggiungerò prestissimo altri dettagli sul viaggio.

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