Primo giorno in università e Toronto mi accoglie così: una bella tempesta di neve che rimarrà per settimane. Toronto sotto la neve Pensavo che avrebbe fatto più freddo, in realtà, ma la prima cosa che mi ha detto il profe appena ci siamo incontrati, anzi, che ha detto alla mia prima guida per la città, è stata: falle vedere dov’è il centro commerciale, così se deve comprare qualcosa di più caldo sa dove farlo. Pazzo! Mai mostrare a una donna il centro commerciale! La mia guida mi ha anche indicato la strada dei negozi più “fashionable”: inutile dire che non vedo l’ora di andare a darci un’occhiata.

La mattina di oggi è andata causa burocrazia: l’università è enorme e mi sono persa un sacco di volte tra corridoi e entrate varie. Ho conosciuto almeno 20 persone, o almeno mi sono state presentate, e mi ricordo 3 nomi. Di tutte queste persone credo di averne viste tre veramente canadesi, le altre sono cinesi, australiane, irachene, indiane, giapponesi e messicane. Il profe mi ha presentata a tutti, così se per caso mi vedono un po’ persa nei corridoi sanno che non sono una sconosciuta e possono aiutarmi.

Sono stata a pranzo col profe, mi ha portata a mangiare messicano (ho evitato di dirgli che anche ieri sera mi ero mangiata un burrito, ci sarebbe rimasto un po’ male). A pranzo, naturalmente, la mia anima stordita è venuta fuori come non mai. Quindi ho fatto cadere un vassoio con delle caramelline e varie altre cose. Il profe non ha capito che quella è la mia anima da stordita e ha continuato a dare la colpa al jet-lag: quando capirà che non è il jet lag ma che ha a che fare con me saranno cavoli amari :)

La cosa che mi stupisce di più di questa città è il suo essere multiculturale: ho incontrato davvero molte persone con tratti orientali, africani, indiani, che parlano una lingua perfetta, da madrelingua. Mi vergogno del mio inglese maccheronico, speriamo di perfezionarlo in questi giorni.

L’altra chicca del giorno? Un’italiana, un australiano e un cinese sono seduti intorno a un tavolo e parlano di calcio. Il cinese: ti ricordi quella partita, quando contro l’Autralia Materazzi (italiana: ehm, forse era Grosso) cinese: sì, proprio grosso, si è buttato per terra e poi l’Italia ha vinto la partita? Australiano: noi cerchiamo di dimenticare quel momento! Cinese: beh, il nostro commentatore cinese della partita è diventato pazzo, ha urlato per la gioia perché teneva all’Italia!
Sì, ho parlato di calcio con un cinese che conosce il calcio italiano meglio di me!

Ok, la smetto di tediarvi, cari miei, vi mando un bacio e ci sentiamo presto!



  1. It‘s quite in here! Why not leave a response?